Legge di Bilancio 2025: le novità previdenziali

8 Gennaio 2025

Scopri le principali novità della Legge di Bilancio 2025: proroghe, aumenti pensionistici e nuovi requisiti per pensione anticipata e flessibilità.

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La Legge di Bilancio 2025 è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 30 dicembre 2024 e approvata in Senato senza discussione. In questo articolo, esploreremo i principali aspetti legati alla previdenza che la Manovra ha introdotto per l’anno in corso.

Tra le misure più significative, la Legge di Bilancio conferma le proroghe per le opzioni di pensionamento anticipato come Opzione Donna, APE Sociale e Quota 103 e prevede piccoli aumenti per le pensioni sociali. Inoltre, offre accesso agevolato alla pensione anticipata per i lavoratori che hanno iniziato a versare i contributi dal 1996, permettendo loro di integrare il calcolo con le rendite della previdenza complementare, al fine di raggiungere la soglia minima dell’assegno pensionistico.

Queste misure mirano a trovare un equilibrio tra la sostenibilità del sistema previdenziale e la tutela sociale.

Vediamo in dettaglio tutte le novità previste per l’anno 2025.

Pensione di vecchiaia: la nuova legge di Bilancio 2025

Pensione di vecchiaia: la nuova legge di Bilancio 2025

Per la pensione di vecchiaia i requisiti rimangono quelli previsti dalla legge 92/2012 (riforma Fornero), ovvero si può andare in pensione di vecchiaia a 67 anni di età, per tutti i dipendenti pubblici e privati.

Valgono i seguenti requisiti:

  • 67 anni di età;
  • 20 anni di anzianità contributiva.

Quota 103: proroga per il 2025

Confermata per il 2025 la misura “Quota 103” con i medesimi requisiti previsti per l’anno 2024, ovvero: 62 anni di età e un’anzianità contributiva minima di 41 anni.

La misura non comporta modifiche, infatti per chi matura i requisiti nell’anno 2025:

  • Il calcolo dell’assegno pensionistico è interamente contributivo;
  • L’importo dell’assegno è erogabile in misura pari a massimo 4 volte il trattamento minimo INPS, fino al conseguimento del 67esimo anno di età;
  • È stata prevista una finestra mobile di 7 mesi per i lavoratori privati e di 9 mesi per i lavoratori del settore pubblico.

Opzione Donna: rinnovo nel 2025

La Legge di Bilancio 2025 ha prorogato la misura “Opzione Donna” mantenendo sostanzialmente invariati i requisiti rispetto all’anno precedente.

Possono usufruire del servizio Opzione Donna le seguenti categorie:

  • Lavoratrici caregiver;
  • Lavoratrici invalide almeno al 74%;
  • Licenziate o dipendenti di imprese nel quale è attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale. 

I requisiti richiesti, invariati rispetto al 2024, saranno differenti a seconda del numero di figli, ovvero:

  • 61 anni di età per le lavoratrici senza figli;
  • 60 anni per le lavoratrici con 1 figlio;
  • 59 anni per le lavoratrici con 2 o più figli oppure per chi è dipendente di un’azienda in crisi.

APE Sociale: proroga nel 2025 senza sorprese

La Manovra proroga anche per l’anno in corso l’APE Sociale fino al 31 dicembre 2025. Tale proroga però mantiene invariati i requisiti e le condizioni di accesso rispetto a quanto previsto nell’anno precedente.

Requisiti per l’accesso all’APE Sociale nel 2025:

  • 63 anni di età e 5 mesi
  • Anzianità contributiva:
    • 30 anni per disoccupati, invalidi civili con almeno il 74% di invalidità e caregiver;
    • 36 anni per lavoratori impiegati in mansioni gravose.

Inoltre, rimane invariata la regola dell’incumulabilità totale della prestazione con i redditi di lavoro dipendente o autonomo ad eccezione del lavoro occasionale entro un massimo di 5.000€ annui.

Pensione anticipata grazie alla rendita complementare

Un’interessante novità presente nella Legge di Bilancio 2025 è la possibilità di uscita pensionistica anticipata utilizzando la rendita da fondo pensione in modo da rendere più flessibile l’accesso a tale forma di uscita pensionistica ai soli fini del raggiungimento dell’importo soglia mensile dell’assegno sociale stabilito.

Tale misura è prevista solo per le pensioni interamente contributive, le quali possono accedere al pensionamento all’età di 64 anni e 25 anni di contributi.

La novità presentata nella legge di Bilancio 2025 consiste nel fatto che, per raggiungere l’importo soglia minimo dell’assegno pensionistico, il quale è pari a 3 volte l’assegno sociale per gli uomini e 2,8 volte l’assegno sociale per le donne, può essere utilizzata anche la rendita derivante da fondo previdenziale complementare.

L’emendamento prevede che per chi opta per questa soluzione di pensione anticipata, i cui requisiti prevedono come sopracitato 64 anni di età, cambi la soglia degli anni di contribuzione ovvero si passerà: 

  • 25 anni di contributi nel 2025;
  • 30 anni di contributi nel 2030.

Per conoscere tutte le novità inerenti a tale misura ti lasciamo il nostro articolo di blog in cui abbiamo già approfondito la tematica.

Rivalutazione pensione 2025: quali novità

Nel 2025 il governo ha deciso di ripristinare un criterio di indicizzazione più favorevole, già applicato durante il Governo Draghi, dopo due anni di tagli alle rivalutazioni annuali. Difatti, le pensioni saranno rivalutate sulla base dell’inflazione del 2024, certificata dall’ISTAT allo 0,8%.

A differenza degli anni precedenti, si torna a un sistema di indicizzazione “per scaglioni”, che risulta più vantaggioso per i redditi medi e alti rispetto al precedente metodo cosiddetto “per fasce”. Tuttavia, gli aumenti saranno contenuti a causa della bassa inflazione registrata nel 2024, decisamente inferiore rispetto ai picchi di oltre il 5% degli anni precedenti.

Gli scaglioni prevedono una rivalutazione:

  • Del 100% per le pensioni fino a 4 volte il minimo (fino a 2.466 euro).
  • Del 90% per la quota di pensione compresa tra 4 e 5 volte il minimo (tra 2.466 e 3.083 euro).
  • Del 75% per la quota di pensione sopra 5 volte il minimo (oltre 3.083 euro).

Pertanto, le pensioni c.d. d’oro riceveranno, come sopraelencato, una rivalutazione del 75% del tasso d’inflazione, quindi saranno soggette ad una rivalutazione senza ribassi, rispetto ai precedenti anni di tagli.

Esaminiamo in dettaglio.

Ad esempio, una pensione lorda da 1.000 euro al mese aumenterà di circa 8 euro, una da 1.500 euro di 12 euro, una da 2.500 euro di 20 euro e una da 4.000 euro di 30 euro. Si tratta di incrementi modesti, che non compensano i tagli subiti nel 2023 e 2024, i quali rimangono non recuperabili.

Aumento pensioni minime 2025

Con la nuova Legge di Bilancio 2025 le pensioni minime registreranno un incremento di 1,8 euro al mese.

Infatti, l’importo complessivo varierà da 614,77 euro a 616,57 euro mensili.

Al fine di garantire l’aumento delle pensioni minime, tale manovra prevede l’applicazione di un’addizionale del 2,2% alla rivalutazione. Questo valore si somma allo 0,8% di inflazione certificata dall’ISTAT, raggiungendo così un totale del 3% di incremento.

Infatti, senza questa maggiorazione, e considerando la scadenza dell’addizionale straordinaria del 2024, l’importo delle pensioni minime sarebbe sceso a 598 euro, risultando quindi inferiore a quello dello scorso anno.

IRPEF 2025: le 3 aliquote

A partire dal 1° gennaio 2025, la Legge di Bilancio ha reso permanenti le modifiche agli scaglioni e alle aliquote IRPEF, riducendo il numero di scaglioni da quattro a tre.

Di seguito i nuovi scaglioni e le aliquote IRPEF 2025:

  • 23% per i redditi fino a 28.000 euro;
  • 35% per i redditi da 28.001 a 50.000 euro;
  • 43% per i redditi oltre 50.000 euro.

I contribuenti con redditi medio-alti (spettanti nella fascia 28.001-50.000 euro) beneficeranno di una riduzione dell’aliquota dal 38% al 35%, con un risparmio fiscale rispetto agli anni precedenti.

Una delle principali novità della Legge di Bilancio 2025 è l’abbandono della riduzione contributiva del 6%/7% applicata fino al 31 dicembre 2024, sostituita da un sistema esclusivamente fiscale.

Infatti, il nuovo meccanismo prevede un bonus calcolato in base al reddito da lavoro dipendente, che non concorre alla formazione del reddito imponibile e viene determinato con le seguenti percentuali

  • 7,1% per redditi da lavoro dipendente fino a 8.500 euro;
  • 5,3% per redditi tra 8.501 e 15.000 euro;
  • 4,8% per redditi tra 15.001 e 20.000 euro.

Se il reddito complessivo invece è tra i 20.000 e i 40.000 euro il taglio diventa fiscale:

  • Fino a 32.000 euro si applica una detrazione fissa di 1.000 euro;
  • Tra i 32.000 euro e i 40.000 euro la detrazione subisce una décalage ovvero diminuisce fino ad azzerarsi.

Sebbene gli incrementi delle pensioni sociali e gli aumenti pensionistici siano limitati, la Legge mira a garantire la sostenibilità del sistema previdenziale.

Sarà fondamentale, nei prossimi anni, monitorare l’efficacia di queste misure e valutare se saranno sufficienti per rispondere alle sfide demografiche e economiche del Paese.

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